La SEO per aziende di piccole e medie dimensioni
L’importanza guadagnata dalla SEO negli ultimi anni ha indotto molte persone a rivestire di un’aura quasi “mistica” quella che, in italiano, viene tradotta come ottimizzazione per i motori di ricerca. Non a caso, alcuni ritengono la sua comprensione appannaggio esclusivo delle agenzie SEO e dei webmaster.
In realtà, è possibile anche per le aziende di piccole dimensioni elaborare una strategia SEO efficace, senza dover necessariamente ricorrere a un aiuto esterno.
Dallo sviluppo di integrazioni al supporto strategico, dalla creazione di concept creativi all’ottimizzazione dei risultati.
Poter fare affidamento su una strategia SEO significa, per i piccoli imprenditori, godere di alcuni vantaggi indiscutibili. In primo luogo è possibile ampliare la clientela, dare rinnovato vigore al brand, garantire un maggiore traffico al sito, generare interesse nel pubblico e creare “buzz” intorno a un’attività.
Anche per le start-up la SEO può rappresentare una grande opportunità di crescita nel tempo.
SEO per PMI: su quali aree concentrare l’attenzione?
Nel programmare una strategia SEO, la parte più difficile è rappresentata dalla successione delle azioni da svolgere. Stabilire un piano di azione, un workflow, può essere molto utile.
Ottimizzare il sito per la ricerca organica: gli errori più diffusi
Cosa significa ottimizzare un sito web? Innanzitutto cercare di evitare gli errori più comuni. Particolarmente diffusi sono quelli che riguardano la gestione dei link interni: è solo quando i link sono utili, ossia rappresentano un significativo approfondimento, che i motori ottengono informazioni complete sugli argomenti presenti tra le pagine di un sito. Pertanto, dedicare particolare attenzione ai link interni creerà una struttura ben organizzata in cui gli spider di Google – che entrano in un sito per raccogliere informazioni su di esso – potranno muoversi agevolmente, restituendo al motore un segnale positivo ai fini del posizionamento. Allo stesso tempo, a trarne vantaggio sarà anche l’esperienza utente perché si creerà un percorso rilevante e facile da seguire.
Fattori di posizionamento On page
Ci sono alcuni elementi che il proprietario di un sito web può ottimizzare direttamente perché si trovano in pagina, da qui la definizione di fattori On-page o on-site. Vediamoli per sommi capi:
- Url: un url ottimizzato rispetta innanzitutto lo schema ad albero su cui è stato costruito il sito, mostrando il percorso gerarchico che permette di arrivare alla risorsa richiesta (es: www.sitoscarpe/scarpe-donna/scarpe-gucci/). L’url ha valenza semantica, quindi si devono includere le keyword significative per la pagina a cui fa riferimento. A livello utente, il consiglio è che l’url sia “parlante” (che permetta cioè di capire quale sarà il contenuto che si visualizzerà) e compatto.
- Page Title: importantissimo per Google, è il titolo della pagina che compare nel browser. Deve contenere la keyword principale della pagina. Il peso semantico va da sinistra a destra (le parole chiave vanno inserite all’inizio). È il titolo che compare in SERP.
- Metadescription: è la descrizione del contenuto della pagina; non influenza il posizionamento in modo diretto (non è un fattore di ranking) ma è rilevante per il CTR in SERP (se la descrizione è interessante, l’utente cliccherà sul risultato).
- H1: è il titolo della pagina, da non confondere con il Page Title. Spesso questi due elementi coincidono, e non è un errore, ma il modo migliore per sfruttarli appieno è facendo in modo che siano correlati ma non uguali. Il Page Title ha una valenza SEO molto più marcata, mentre l’H1 può essere utilizzato da un bravo copy per catturare l’attenzione del lettore (è infatti questo il titolo che viene condiviso di default quando si posta su Facebook).
- Immagini: anche l’ottimizzazione delle immagini è importante per posizionare bene una pagina. I campi su cui lavorare sono il nome dell’immagine, l’Alt e il Titolo. Se possibile, comprimere sempre l’immagine prima di caricarla (facendo attenzione che la qualità della stessa non ne risenta) perché questo aiuterá a garantire una buona velocità di caricamento del sito, un fattore che Google considera sempre più determinante per il posizionamento di una pagina.
- Formattazione della pagina: per garantire una buona esperienza utente e quindi tempi di permanenza sul sito alti e frequenze di rimbalzo basse, il contenuto di una pagina deve essere visivamente piacevole: un muro di testo, ad esempio, non può essere invitante per chi cerca informazioni su un sito (soprattutto se sta visualizzando da mobile). Il consiglio è quindi quello di strutturare il testo in paragrafi, usare il grassetto e il corsivo per sottolineare punti di interesse nella pagina e spezzare il testo con immagini, citazioni, contenuti multimediali come video, etc.
La duplicazione dei contenuti e il protocollo HTTPS
A livello di contenuti è importante evitare che pagine diverse presentino gli stessi testi: è un errore molto frequente – soprattutto negli e-commerce – che ha un forte impatto sul posizionamento di una pagina nei risultati dei motori di ricerca.
Attenzione anche alla corretta implementazione del protocollo HTTPS, impiegato da un numero sempre più elevato di aziende e fortemente consigliato da Google, e all’ottimizzazione dei contenuti per i dispositivi mobile, visto che i dati confermano che le visualizzazioni da dispositivi mobili sono in costante crescita e hanno già superato quelle da desktop.
GIF da Site Audit di SEMrush
Costruire l’immagine grazie a Backlink, Influencer e PR
Dopo aver visto quali sono i fattori on page che incidono sul posizionamento di un sito, vediamo come una piccola-media impresa può migliorare il posizionamento del proprio sito nei motori di ricerca attraverso la SEO off-page. Un’azienda che si è appena affacciata sul mercato deve poter contare sull’apporto combinato di backlink, PR e social signals.
Sull’importanza delle pubbliche relazioni digitali bisogna tenere in conto che più dell’80% dei consumatori considera il passaparola uno strumento di promozione efficace, quindi riuscire a convincere gli opinion leader a promuovere un’attività può dimostrarsi una strategia vincente.
In merito ai segnali provenienti dai social network molti ritengono che non si possano considerare (ancora) dei fattori di ranking diretti, ma quello che non possiamo sottovalutare è che anche qui Google può monitorare un buzz attorno a un brand o a un sito, che terrà in considerazione nel momento in cui dovrà stabilire l’autorevolezza di una pagina.
Per quanto riguarda la link building, è importante sapere che per Google i link sono segnali di stima: se molti siti linkano una pagina significa che questa risorsa è considerata di valore dalla community, per cui le SERP rifletteranno questo apprezzamento, dando alla pagina una visibilità proporzionale ai segnali positivi ricevuti.
Tutti i link hanno lo stesso peso? No. Ecco quindi che entra in gioco anche l’ottimizzazione off-page. I link che valgono di più per Google sono:
- quelli che arrivano da siti autorevoli
- quelli che arrivano da siti della stessa tematica del sito linkato
Altri elementi che sommano punti sono:
- il numero di siti che linkano una pagina
- le anchor text dei link (devono essere semantiche e varie)
- la posizione del link all’interno della pagina
Una strategia ottimale di link building – o meglio ancora di Link earning – deve essere il più naturale possibile.
Una buona keyword research è la base di ogni strategia di posizionamento
La ricerca delle parole chiave ti aiuterà in due modi: migliorando i contenuti già presenti nelle pagine del sito e fornendoti idee per testi futuri. Individuare le parole chiave target della tua attività e quelle su cui stanno lavorando i tuoi concorrenti è essenziale.
Un’azienda che parte da zero, dovrebbe evitare di focalizzarsi subito sulle keyword più competitive, quelle che hanno i volumi di ricerca più alti ma anche la keyword difficulty maggiore – il Keyword Magic tool di SEMrush indica con precisione questo valore per mettere a conoscenza il SEO di quanto sia difficile ottenere un posizionamento migliore rispetto ai competitor per quella keyword.
La cosa migliore da fare è cercare di posizionarsi con keyword long tail o a coda lunga (quelle formate da più di 3 parole) che hanno volumi di ricerca inferiori ma sono più facili da conquistare. Certo, il traffico portato da queste keyword sarà minore ma bisogna considerare che sono più specifiche e possono portare un target più di nicchia.
Immagine da Keyword Magic tool di SEMrush
E uno snippet in primo piano?
Afferrare una “posizione zero” significa godere di una buona opportunità per apparire nei risultati dei motori di ricerca prima dei tuoi concorrenti. Per una piccola o media impresa il successo potrebbe essere legato alla presenza nelle SERP Features.
Per raggiungere uno snippet in primo piano devi sapere come ottimizzare il tuo sito. Se i tuoi contenuti rispondono in modo preciso a una domanda, la tua pagina potrebbe comparire nella posizione zero, ovvero in cima alla SERP. Dovresti anche prestare attenzione alla formattazione, sfruttare gli elenchi puntati e i titoli dei paragrafi.
Conclusioni
Sebbene possa sembrare complicata e in un certo senso astratta (gli effetti di una buona strategia di ottimizzazione richiedono a volte mesi prima di vedere i risultati in SERP), la SEO ha il potenziale per aiutare la tua azienda a crescere nelle fasi più fragili e cruciali del suo sviluppo.
Seguendo alcuni passaggi base e avendo cura di creare contenuti utili per gli utenti, sempre accompagnati da una buona user experience, anche una piccola e media azienda può aggiudicarsi dei buoni posizionamenti nelle pagine di ricerca di Google e quindi guadagnare traffico in target che converte.
Se sei all’inizio e cerchi indicazioni precise su come usare strumenti per la SEO potenti ma semplici ti consiglio di leggere il mio post Come creare un workflow SEO facile da gestire con solo 2 tool.
Hai ancora qualche dubbio su come sfruttare la SEO per una PMI? Scrivimi qui sotto nei commenti e cercherò di aiutarti.