Come massimizzare la deliverability delle email in vista di Natale e dei picchi stagionali
Non è ancora tempo di addobbi e luci, ma il Natale non è poi così lontano, specialmente per le aziende, che trovano nelle settimane attorno al 25 dicembre il periodo più convulso e redditizio dell’anno.
Alla fine il Natale è una torta che le aziende devono spartirsi in una competizione all’ultimo clic. L’Email Marketing, in questo contesto, è un asset imprescindibile.
Ma se ancora è prematuro pensare alle campagne natalizie, è sicuramente il momento per mettere mano ad alcuni aspetti chiave della strategia, così da farsi trovare pronti nelle settimane clou, dove gli sforzi devono tradursi in risultati.
Da quale aspetto strutturale partire? Dalla deliverability, senza alcun dubbio. Si tratta della capacità delle email di raggiungere l’inbox del destinatario, così da non disperdere nemmeno un potenziale acquisto.
Ecco allora alcune azioni da mettere in pratica nel mese di novembre, e che consentiranno di ottimizzare il tasso di deliverability delle tue campagne.
Dallo sviluppo di integrazioni al supporto strategico, dalla creazione di concept creativi all’ottimizzazione dei risultati.
Migliora l’acquisizione di nuovi contatti e fai pulizia nel database
La capacità di recapito e il conseguente engagement con i destinatari si basano sulla pulizia dei dati. La raccolta di contatti (con il consenso del diretto interessato e a norma di legge) è l’azione che getta le fondamenta per un tasso di deliverability e una reputazione ottimali.
Se da una parte ti consigliamo di mettere a punto una strategia di database building per i mesi di novembre e dicembre (qui trovi un ebook dedicato con molti spunti utili), dall’altra un’azione necessaria è quella della pulizia delle liste.
Devi sapereche inviare messaggi a indirizzi che, ripetutamente, rifiutano i messaggi,penalizza la reputazione della piattaforma in diversi modi:
- I server di posta e gli ISP monitorano i mittenti (sia i domini sia gli indirizzi IP) di posta tenendo traccia di quegli invii che generano degli errori (destinatari non raggiungibili o bounce). Se gli errori generati superano determinate soglie, vengono presi provvedimenti che vanno dal blocco temporaneo del mittente (in termini di ore), alla segnalazione del mittente in blacklist (e quest’ultima comporta la progressiva riduzione dei tassi di consegna e l’aumento di errori ricevuti).
- Ricevere grandi quantità di errori, appesantisce il carico dei server di invio, che così possono impiegare più tempo per completare gli invii.
E alloracome condurre questa attività di pulizia? Se ne occupa la piattaforma di invio.
Come avviene la pulizia automatica in MailUp?
L’algoritmo proprietario di MailUp disiscrive temporaneamente i destinatari che, in un determinato periodo di tempo, restituiscono un numero di bounce consecutivi per la stessa motivazione.
Al termine della disiscrizione temporanea, che varia a seconda del tipo di errore, il destinatario viene automaticamente re-immesso come iscritto.
Successivamente, se la casella del destinatario continua a non essere raggiungibile, e in questo periodo di tempo non fosse stata registrata nessuna azione positiva, il destinatario viene disiscritto permanentemente.
Questoalgoritmo tiene costantemente monitorati i comportamenti dei destinatari,evitando di generare una calo di reputazione del mittente.
Metti a punto una strategia di riattivazione
Un’attivitànecessaria in vista di Natale è quella di riattivazione, che agisce a unlivello del database differente rispetto alla pulizia vista prima. Ma partiamodall’inizio.
Molti client di posta, Gmail in primis, ricercano chiare evidenze della volontà del destinatario di ricevere le email; usano poi queste prove (aperture, clic) per catalogare il messaggio, recapitandolo nella cartella principale o in quella spam.
Se gli email client ragionano sulle inbox, gli ISP considerano invece la bontà del database: quando il rapporto tra utenti attivi e inattivi propende a favore dei secondi, l’ISP inizia a valutare l’azienda mittente scarsamente affidabile, relegando così i suoi messaggi alla cartella spam (fino ad arrivare, in alcuni casi, al blocco).
Ecco che, per evitare conseguenze negative a livello di deliverability, è bene monitorare gli utenti inattivi e prevedere delle strategie di riattivazione. L’obiettivo non è la “riconquista” a tutti costi del destinatario: è importante anche disiscrivere chi esplicita il proprio disinteresse. È preferibile rinunciare a questi destinatari piuttosto che pregiudicare il tasso di deliverability.
Ecco ipassaggi-chiave per una strategia di riattivazione:
1. Identifica gli inattivi
Come avrai capito, sono quegli iscritti che non aprono o non cliccano sulle tue email da un determinato periodo di tempo.
2. Crea una strategia
Per il nostro obiettivo – poter disporre sotto Natale di destinatari attivi – l’email dovrebbe far presente agli inattivi che da tempo non interagiscono con i messaggi, per poi chiedere conferma della loro volontà a continuare a riceverli (magari alludendo a promozioni ed esclusive in vista di Natale).
3. Imposta gli automatismi
Il modo migliore di strutturare una campagna di riattivazione è costruire un flusso automatico, basato su precise condizioni di innesco, tempi di attesa e azioni da intraprendere a fine flusso. MailUp rende la definizione del flusso estremamente semplice.
Migliora la sicurezza con le autenticazioni
A Natale non si danno da fare solo le aziende, ma anche i criminali informatici, che approfittano del periodo convulso per implementare varie tecniche di phishing e spoofing.
Novembre è allora l’occasione per fare luce e implementare i protocolli di sicurezza più importanti dell’Email Marketing, ossia DKIM, SPF e DMARC: mentre i primi due sono protocolli di autenticazione standard, il DMARC sviluppa ed estende la sicurezza dei due standard precedenti, per aiutare a mitigare il phishing e lo spoofing.
DMARC (acronimo di “Domain-based Message Authentication, Reporting, & Conformance”) è una specifica tecnica introdotta nel 2012 che descrive come rendere le email più facilmente identificabili da parte dei riceventi – tra cui alcuni giganti della rete –, permettendo una più immediata e sicura classificazione dei messaggi.
In pratica il DMARC rappresenta l’ultimo sigillo, che permette di impedire utilizzi non autorizzati, o illeciti, dei domini nelle comunicazioni email.
Come implementare il DMARC? Con MailUp ogni volta che un nuovo sender (ovvero l’indirizzo email nel campo mittente) viene inserito nel sistema, MailUp chiede prima di tutto all’utente di verificare l’effettiva proprietà di tale indirizzo. Una volta che l’indirizzo è stato verificato, il sistema esegue una serie di controlli e, per ciascun protocollo, mostra:
- Lo stato attuale
- Eventuali criticità da risolvere
- Eventuali aspetti da migliorare
- Come migliorarli.
Non trascurare alcune best practice su volumi e frequenze di invio
Non deve sorprendere che il volume delleemail continui a battere ogni anno il record stabilito l’anno precedente.
Secondo il rapporto sugli acquisti delle festività di Salesforce del 2018, il volume delle email ha superato i 20 miliardi durante la Cyber Week nel 2018, con 4 miliardi di messaggi inviati solo nel Cyber Monday.
Con l’arrivo di dicembre molte aziende si spingono verso frequenze di invio maggiori. Ma non sempre, o in assoluto, è la migliore cosa da fare. Ecco allora alcuni consigli:
- Ridimensiona gradualmente i volumi di invio nei giorni precedenti a quelli di punta. E’ meglio infatti evitare di superare il doppio del volume storico in un solo giorno.
- Assicurati di avere abbastanza IP “caldi” per supportare il volume di email desiderato. Se insufficiente, acquista nuovi IP dedicati prima delle feste.
- Frequenze di invio volatili sono un fattore sospetto per gli ISP, che tendono a segnalare o limitare il recapito. Il consiglio è suddividere le email in segmenti più piccoli o pianificare la consegna di una campagna di grandi dimensioni nel corso di più ore.
- Metti a disposizione il centro preferenze, che permetterà ai tuoi destinatari di personalizzare e scegliere quali email ricevere e con quale frequenza. Durante le vacanze, il Centro preferenze (inserito come link nell’email) contribuirà a prevenire l’insofferenza di alcuni contatti e, di conseguenza, le segnalazioni spam.
Scopri come migliorare il tasso di recapito, proteggerti da attacchi spam e phishing e massimizzare le prestazioni delle tue campagne.
Per concludere
La deliverability rappresenta le fondamenta di una strategia di Email Marketing efficace al 100%. E si tratta di un’attività che merita pianificazione e lungimiranza. Per questo novembre è il mese perfetto per calibrare e raddrizzare alcuni aspetti che permetteranno di ottimizzare il tasso di recapito delle tue campagne nel momento clou delle feste.
Il nostro consiglio è di provare gratuitamente per 30 giorni la piattaforma MailUp, che garantisce una deliverability ottimale alle tue email, grazie a certificazioni e al monitoraggio costante degli invii.
Note
(1) Deliverability: troppo spesso la deliverability diventa oggetto di attenzione solo nel momento in cui le performance di invio (tassi di apertura e clic) assumono un trend negativo. Invece che risolvere i problemi una volta emersi, è consigliabile adottare un approccio proattivo che consenta di salvaguardare gli invii nel tempo. Torna su
(2) Phishing e spoofing: l’email spoofing consiste nella falsificazione dell’indirizzo del mittente in una email; viene utilizzato per la diffusione di spam, malware e come base per il phishing; quest’ultimo termine, coniato nel 1996, designa quel genere di truffa via email tesa ad acquisire informazioni sensibili del destinatario (dati personali, finanziari e codici di accesso) attraverso l’inganno e rimandi a siti fasulli. Torna su
(3) Centro preferenze: si tratta di una pagina da cui i destinatari possono modificare dati, preferenze, iscrizioni e frequenze. Si tratta di uno strumento che offre un’alternativa alla disiscrizione, grazie alla possibilità di modulare e ridefinire tipologie di invii e loro frequenza. Con MailUp il Centro preferenze è una pagine totalmente personalizzabile, nei contenuti e nel layout. Torna su