Generazione Z: cosa sapere sul cliente del futuro e come relazionarsi
Generazione Z, post-millennial, screenagers, iGen, Plurals. Sono tanti i nomi per individuare una generazione che molti report si stanno impegnando a tracciare, studiare ed esaminare dalle più diverse prospettive.
A noi, in questo post, interessa guardarli nell’ottica digitale, del marketing. Ne osserveremo il profilo per capire come le aziende devono (e sempre più dovranno) orientare le proprie strategie per relazionarsi con loro, tramite email e altri canali.
Dallo sviluppo di integrazioni al supporto strategico, dalla creazione di concept creativi all’ottimizzazione dei risultati.
Generazione Z: caratteristiche
Il tempo di una generazione è sempre stato – più o meno – di 25 anni. Ma la rivoluzione tecnologica sta accorciando le distanze tra una e l’altra. Ecco perché i millennials sono così diversi dai loro fratelli minori, quelli della Generazione Z.
Anagraficamente, di chi stiamo parlando? Dei nati tra il 1995 e il 2012. Si tratta di un bacino di pre-adolescenti, adolescenti e ragazzi poco più che maggiorenni che ammontano a circa 2 miliardi in tutto il mondo, e che nel 2025 costituiranno oltre il 30% della forza lavoro.
Uomini edonne del futuro che cambieranno l’approccio con cui le aziende si trovano aoperare oggi.
Cresciuta nel pieno boom di Internet, la generazione Z è abituata al multitasking e all’uso simultaneo di diversi dispositivi: è ancora più interconnessa dei millennials.
Non sanno cos’è il mondo senza internet e non hanno mai vissuto l’ebbrezza del 56k.
Sono i primi screenagers della civiltà, perché schermo-dipendenti. Mentre le precedenti generazioni hanno imparato a innestare la tecnologia nel proprio quotidiano, la generazione Z non ha mai conosciuto un mondo senza personal computer, tablet o dispositivi mobili.
Si dice che la Gen-Z abbia un’attenzione di circa 8 secondi – i millennial 12 -, ma in molti osservano che, più che di deconcentrazione cronica, si debba parlare di sofisticati filtri con cui selezionano cosa è di loro interesse nell’uragano di informazioni in cui sono cresciuti.
Questo è unquadro generale. Vediamo invece cosa ci dicono i numeri dei tanti studi ereport fioriti in questi anni.
Alcuni dati sulla generazione Z
- Il 25%, tra i 13 e i 17 anni, ha abbandonato Facebook nel 2014 – Wikia study.
- Il 54% visita YouTube parecchie volte al giorno – Wikia study.
- Il 58% naviga e chatta piuttosto che stare davanti alla TV – indagine Ericsson.
- Il 46% cita l’Email marketing come un fattore importante nelle loro decisioni di acquisto – yesmarketing
- Il 48% prevede che il suo uso dell’email aumenterà nei prossimi cinque anni (solo il 23% per la generazione X e il 36% per i millennials) – yesmarketing
- Il 26% vuole essere intrattenuto tramite contenuto – The Center for Generational Kinetics.
- Il 26% si aspetta che le aziende offrano un’esperienza più personalizzata in base alle loro abitudini e preferenze di acquisto (solo il 22% per i millennials e l’11% per i baby boomers) – studio di Google dedicato ai post-millennial.
- Meno di un terzo si sente a proprio agio nel condividere dati personali diversi da informazioni di contatto o cronologia acquisti, e il 61% si sentirebbe più incentivato nel farlo solo se le aziende li trattassero in modo sicuro e protetto – Uniquely Gen Z, a cura di IBM.
- Il 73% utilizza (o non vede l’ora di utilizzare) le funzioni di voice search per effettuare un ordine e sono i più entusiasti della realtà virtuale – sondaggio ad opera di Accenture.
- Il 39% pensa che YouTube abbia troppi annunci (nonostante la piattaforma rimanga la più popolare tra i giovani); solo l’11% dei ragazzi pensa che ci siano troppi annunci su Instagram e Snapchat – Uniquely Gen Z, a cura di IBM.
- II 71%, di età compresa fra 18 e 20 anni, esprime grande interesse per gli strumenti di spesa automatica – sondaggio ad opera di Accenture.
Possiamo dedurne allora alcune caratteristiche:
- Sono, più che mai, orientati al mobile
- Hanno una bassa soglia di attenzione
- Rispondono meglio agli stimoli visivi
- Hanno nel social network un canale essenziale
- Offrono feedback e orientano l’acquisto su questi
- Trovano essenziale il canale email.
Come plasmare la strategia digitale sulla generazione Z
1. Punta sulla personalizzazione
I dati sulla personalizzazione e la soglia di attenzione parlano chiaro: la personalizzazione dei messaggi sarà determinante per poter competere nel mercato dei prossimi anni. Le aziende avranno solo pochi secondi per convincere i consumatori della Generazione Z che la tua campagna meriti il clic.
Sanno perfettamente che le aziende hanno accesso a molteplici dati ed è per questo che si aspettano di ricevere interazioni altamente personalizzate. Gli strumenti non mancano: tra contenuti dinamici, filtri, tag, integrazioni, hai tutta la tecnologia che ti serve per innalzare la rilevanza delle tue campagne.
2. Proteggi la privacy e non essere invadente
Nonostante desiderino esperienze iper-personalizzate, i nati nella generazione Z sono molto determinati nel proteggere la propria privacy. Per comunicare al meglio con loro è necessario assicurarsi di non essere percepiti come invasivi o pressanti.
Non è un caso che i giovani preferiscono l’anonimato e l’utilizzo massivo di app come Snapchat, Whisper, Sarahah e This Crush lo dimostrano. Gli adolescenti della Gen Z preferiscono utilizzare account fake o comunque social network dove i genitori non sono presenti. E non a caso nemmeno che Facebook stia diventando sempre più impopolare tra i ragazzi.
L’Email Marketing del futuro sarà sempre meno massivo e sempre più profilato: sarà fondamentale allora permettere che sia il destinatario a scegliere frequenze e preferenze di invio. Lo strumento fondamentale? Il centro preferenze, quel pannello con cui i destinatari possono gestire i diversi aspetti della loro iscrizione.
3. Comunica sulle messaging apps
Ora che abbiamo compreso quali sono i tratti essenziali della generazione Z, è facile capire qual è il canale privilegiato dei nuovi ragazzi: le messaging apps, su cui le aziende possono recapitare un ampio ventaglio di comunicazioni: dalle promozioni al supporto in fase di acquisto, fino ai contenuti informativi o di intrattenimento.
Una relazione con il cliente in un’ottica conversazionale che sempre più sarà (e già è) determinante per comunicare con le persone nei luoghi dove realmente avviene la conversazione.
4. Sfrutta sugli influencer
Le opinioni dei grandi influencer (le classiche celebrità) sono decisive per i giovani, ma perdono di credibilità ai loro occhi quando escono forzate e scarsamente autentiche, come avviene nella secolare tradizione dei testimonial televisivi.
Quindi, se da un lato abbiamo resistono gli influencer tradizionali come gli attori, gli atleti o le star della musica, dall’altra stanno sempre più prendendo piede le social-celebrity, ovvero persone diventate famose grazie ai social network. Questa seconda categoria viene considerata più credibile rispetto alla prima, ed è questa la classe di influencer con cui le aziende possono coinvolgere i ragazzi della generazione Z.
Per concludere
Personalizzazione, privacy, conversazione, influencer. Sono queste le parole chiave per coinvolgere i clienti del futuro.
Un insieme di attività da inserire come priorità per i prossimi mesi, dal momento che la loro efficacia non si limita al target degli Zers, ma si estende ai millenial e ai meno giovani.